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lunedì 14 agosto 2017

Alla ricerca di Amélie

Per chi è appassionato di cinema come il sottoscritto, Amélie rappresenta quell'ideale di film romantico che mischia fantasia e realtà. Così è passare per i luoghi del film a Parigi: mischiare fantasia e realtà, appunto.

Molti luoghi del film si trovano a Montmartre, si scende quindi alla fermata Abbesses, dove Amélie incontra per la prima volta il senzatetto cieco, che sarà poi con lei protagonista di una delle scene più intense del film, quella dove Amélie gli racconta il mondo intorno a lui portandoselo a braccetto per le strade di Parigi.

Da lì poi si va su in salita per arrivare alla Chiesa del Sacro Cuore. Qui il livello di emozione sale, come si salgono i tanti scalini, molto più faticosamente di quanto Nino non riesca a fare correndo nel film.

Però l'ambiente ti cattura... la giostra, la chiesa, il parco. Hai visto quel film per anni e ora sei lì, sembra che il tempo non sia passato (e invece sono passati 15 anni, sigh!).


"Quand le doigt montre le ciel, l'imbécile regarde le doigt."
"Quando il dito indica il cielo, l'imbecille guarda il dito"

Inoltrandosi poi nel quartiere di Montmartre, in Rue de trois frères (n.56), ecco un'altra chicca, il negozio del fruttivendolo Collignon, che si diverte a maltrattare il suo aiutante Lucien. Se in francese Collignon è un tête à gnons, all'italiana maniera è un gran buffon.

Au marche de la butte

Ha dimenticato di dirgli quella del carciofo ma se l'è cavata comunque bene

Il negozietto è ben tenuto. Si trovano cartoline del film ma non comprateci nient'altro, costa come il fuoco. Ah, dimenticavo che a Parigi tutto costa come il fuoco. Forget it.

Infine, in Rue de Lepic (n.15), il centro nevralgico del film, il set: il Café des 2 Moulins. Qui, il mito diventa realtà.


Il locale è stato rinnovato un po' e la calca di gente al suo interno fa sembrare l'ambiente più piccolo rispetto al film, ma qui c'è la vera chicca: nel bagno troverete tutte le foto del nanetto viaggiatore che Amélie aveva saggiamente affidato a una sua amica hostess per spronare suo padre a viaggiare e abbandonare il dolore della scomparsa della moglie.

Il personale è un po' preso dalla frenesia ma se non altro il servizio è appunto veloce. Imperativo categorico assoluto: provare la crème brulée. Non dimenticatevi di rompere la crosta con la punta del cucchiaino prima di ingozzarvi!

Ve lo prometto, non metterò altre volte foto del cibo come su un profilo Instagram qualsiasi

Una menzione d'onore la meritano il Pont des Arts, vicino al Museo del Louvre, dove Amélie passeggia dopo aver cambiato la vita del signor Bredoteau (e non Bretodeau) e la Cattedrale di Notre-Dame, dove perde sua mamma a causa di una turista canadese suicida. Parlando però del Louvre e di Notre-Dame, vi sarà sicuramente più semplice localizzare questi posti.

A Montmartre invece seguire il percorso di Amélie è decisamente più intrigante, inoltre l'ambiente di Montmartre è quello che definirei più tipico del film oltre ad essere quello più vicino allo stereotipo che lo straniero ha di Parigi. Per questo ho scelto questo quartiere per rendere il mio tributo al film e alla città, adattando uno strumento andino a nuove sonorità, più tipiche dello chansonnier francese. Avete presente Yann Tiersen? Ecco, quelle sonorità. :)




Mi si perdonino le esitazioni durante l'esecuzione, ma l'emozione e suonare di fronte a perfetti sconosciuti importunati al fine di registrare il video hanno fatto il resto :)

"È il 28 settembre 1997 e sono le undici in punto del mattino. Alla Giostra del Trono, a due passi dal trenino dei Carpazi, la macchina per impastare i dolci impasta i dolci. Nello stesso momento, su una panchina di Place Villette, Félix L'Herbier scopre che ci sono più connessioni possibili nel cervello umano che atomi nell'universo. Nel frattempo, ai piedi del Sacre-Coeur, delle benedettine migliorano il rovescio. La temperatura è di 24 gradi Celsius, il tasso di umidità di 77, e la pressione atmosferica di 990 ettopascal. "

Grazie per la lettura e alla prossima! Chamampi sikuri!

lunedì 7 agosto 2017

Uka jach'a uru - El gran día está llegando (Tutorial)



ARKA: -3332-33-4----54443-55-6
IRA:      4----2--3-444-------4--5-6

ARKA: 3-3-3-3
IRA:      -4-4-4   *repique

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ARKA: 332-3-----54443-55-6
IRA:      ---3-3444------4--5-6  x2

No tienes un siku? Inténtalo con el simulador!

Simulatore di Siku



Aymara

Uka jacha uru jutaskiway
amuya sipxañani jutaskiway,
uka jacha uru jutaskiway
amuya sipxañani jutaskiway.

Taspacha llakinacasti
amuya sipxañani tukusiniu,
taspacha llakinacasti
amuya sipxañani tukusiniu.

Tatanas mamanaka
uka jacha uru jutaskiway,
tatanas mamanaka
amuya sipxañani jutaskiway.

Español

Ese gran día está llegando
recordémoslo, está llegando,
ese gran día está llegando
recordémoslo, está llegando.

Debemos estar unidos
para acabar nuestra miseria y dolor,
debemos estar unidos
para acabar nuestra miseria y dolor.

Padres e hijos,
ese gran día está llegando,
padres e hijos,

recordémoslo, está llegando

Italiano

Quel gran giorno sta arrivando
ricordiamocene, sta arrivando
quel gran giorno sta arrivando
ricordiamocene, sta arrivando

Dobbiamo rimanere uniti
per mettere fine alla nostra miseria e al nostro dolore,
dobbiamo rimanere uniti
per mettere fine alla nostra miseria e al nostro dolore.

Padri e figli,
quel gran giorno sta arrivando,
padri e figli,
ricordiamocene, sta arrivando

Il grande giorno (Jach'a uru) inteso dal mondo andino come speranza riposta nel futuro. Un futuro senza sofferenza nè miseria. Il giorno della liberazione delle nazioni indigene d'America. Sebbene il termine sia in lingua Aymara, il concetto trascende nazionalità e lingue al fine di diventare una bandiera coscentizzante. La melodia è stata creata dal compositore boliviano Mario Gutiérrez, mentre il testo originale pare risalga a un vecchio canto raccolto in "Primer nueva corónica y buen gobierno" di Guamán Poma*, lettere inviate al Re di Spagna che descrivevano la pessima condizione in cui versava la popolazione indigena dell'attuale Perù nel XVI secolo.
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* Fonte: http://apumarka.blogspot.it/2011/08/jacha-uru.html