Ultimo giorno a Bagan. Volevo vedere l'alba una seconda volta ma alla fine cancello l'idea, peccato che lo staff del mio hotel si sia dimenticato di darne notifica alla mia guida, che quindi mi aveva aspettato sveglio dalle 4.30 fino a quando ci siamo incontrati alle 7.30. Rimarrò mortificato per il resto della giornata.
Capitolo sandali: ne compro di nuovi per prevenire l'amputazione di entrambi i piedi. Capitolo SIM: non funziona quella comprata a Yangon al mio arrivo, quindi... nuova SIM. Che disavventure miei cari lettori!
La mattina si va in un villaggetto fra i più antichi della zona, ovvero Minnanthu.
Carino ma molto molto turistico. Ci vivono molti artigiani che vendono le loro opere come souvenir.
Nel resto della giornata si va per templi, tanti. Due mi sorprendono particolarmente.
Al primo non avrei dato una lira. Molto piccolo, entrata chiusa. La mia guida ottiene le chiavi da una signora appostata lì vicino. Eh sì, forse avere la guida serve non solo ad avere un'infarinatura della storia, ma anche ad accedere a luoghi poco battuti.
Entriamo in questo tempio, sentiamo subito i pipistrelli stridere e nascondersi nel buio del soffitto. Non filtra nemmeno un raggio di sole. Al tatto sento dei ricordini sotto i piedi dei pipistrelli sovrastanti. Mi chiedo se valga la pena di addentrarsi, fino a quando la mia guida accende la torcia.
Sembravano disegnati con il pennarello, ciononostante la mia guida mi fa presente che questi affreschi, che ancora mantengono i colori dell'epoca, abbiano oltre mille anni.
Il secondo tempio ad avermi impressionato conteneva un Buddha interamente costruito in mattoni.
Sono rimasto lì a contemplarlo, un po' per necessità visti i chilometri percorsi e la necessità di prendere fiato, un po' perché mi ha dato proprio una sensazione di pace, di trascendenza nel tempo.
Anche oggi niente tramonto, vorrà dire che questa cartolina mancherà. Ce ne sono altre, non ci si lamenta!
Ad esempio queste, molto nature.
Al rientro commissiono a un falegname del posto di farmi un souvenir su misura: un tempio e una stupa di legno. Legno di Bagan, realia di Bagan: souvenir perfetto.
Il giorno dopo è tutto pronto per il Monte Popa. Si salta in macchina e si parte. Sosta turistica a una specie di taverna dove cercano di vendermi dell'alcol. Thanks but no thanks. Ovviamente fa parte del gioco... in Perù ce n'era uno a ogni punto di interesse turistico e la nostra guida interrompeva la visita perché dovevamo comprare cazzate in questo o quel posto, provocando la mia ira. In questo caso è successo solo una volta, quindi va bene così.
Nel momento di rifiutare il grappino i locali mi guardano straniti vedendomi mentre rido da solo come un imbecille pensando alla seguente barzelletta:
"Francesco, vieni di là che ci ubriachiamo!"
"Ma io sono astemio"
"Vabbè, Astemio, vieni di là che ci ubriachiamo!"
All'arrivo, piove a dirotto. Eh vabbè, ho scelto io di venire agli sgoccioli della stagione delle piogge. Sgoccioli in termini di tempo ovviamente, perché viene giù ben più di qualche goccia.
Peppì, hai chiuso le finestre che piove?
Nel frattempo, aspettando che finisca di piovere, visitiamo un tempietto Nat, il culto degli antenati di cui ho parlato in precedenza.
La pioggia scende e allora con un po' di coraggio cominciamo la salita più antigienica di tutti i tempi, alla volta della cima del Monte Popa.
La pioggia scende e allora con un po' di coraggio cominciamo la salita più antigienica di tutti i tempi, alla volta della cima del Monte Popa.
Mentre scendiamo, passo dal "visitare un'attrazione" ad "essere un'attrazione", quando schiere di donnine smaniano per fare la foto con il sottoscritto. Non le biasimo, avendo quel tipo di corpo che attrae ambo i sessi (semicit.)
Eccovi il photoshooting, sono disposto a fare la foto con voi previo compenso negoziabile.
In base a quanto detto dalla mia guida, alcune di loro non avevano mai visto uno straniero e all'inizio si erano spaventate. Ne approfitto per discutere un po' con la mia guida. Mi incuriosisce sentirgli dire ogni volta che nella loro cultura donano oggetti rappresentativi di un determinato beneficio che chiedono al Buddha o al Nat. Per esempio la frutta per richiedere fertilità, l'acqua per la purezza e così via.
E allora gli chiedo se abbia senso fare un dono vincolandolo ad un favore da "ricambiare", al che arriviamo ad una fase un po' di stallo per poi giungere alla conclusione che Buddha non fa favori in base ai regali che gli vengono fatti e che il tutto ha mero valore simbolico. Il bene si fa e basta, non si ricambia.
Torniamo in macchina e sulla strada verso Bagan noto ancora tantissimi mendicanti. Con le mani chiedono alla macchina di fermarsi e la seguono anche dopo che la macchina è passata oltre. So di fare in generale itinerari abbastanza turistici, ma dopo il problema con la popolazione musulmana, ecco un'altro aspetto tragico del Myanmar fino ad allora invisibile.
Salutiamo il Monte Popa, questa volta con il sole.
Pranziamo vicino al Tempio di Ananda, in un ristorante chiamato Golden Myanmar. Riso, pollo al curry e varietà di salse DE-LI-ZIO-SE.
E visto che è l'ultimo pomeriggio a Bagan, si girano ancora un po' di templi random. Perlopiù pacifici, in mezzo al verde, su sentieri poco battuti. Il tempo è sereno, con l'e-bike e il vento nei capelli mi chiedo come io sia arrivato a tutta questa bellezza, quanto merito ci sia nelle mie scelte e quanta invece sia fortuna. Poi smetto di farmi domande, apprezzo il paesaggio e ringrazio di ciò che sto vedendo.
La serata è stata strana. È stato un po' come avere malinconia di un posto che non hai ancora lasciato. Sono andato a mangiare in un ristorante che ho trovato camminando un po', con quella voglia di perdersi, che magari ci si perde a tal punto di non trovare più la strada per tornare, e quindi ci si può raccontare la bugia di essere stati costretti a restare dal fato.
Al ristorante, per una volta, evito il curry.
E poi, sento una madre intonare una cantilena per il suo bambino, e la serata se ne va via con quella ninnananna.
Prima di salutarvi ed invitarvi al prossimo post (che spero richieda meno di 7 mesi stavolta), non posso mancare di condividere uno dei miei consueti video musicali :)
C'era un buddha sulla mia destra, ma come mi ha insegnato una mia amica giapponese, non è molto rispettoso riprenderlo... errore che ho commesso in passato. Pertanto, focus sul meraviglioso Monte Popa sullo sfondo. Buona visione e a presto! :)
Chamampi sikuri!
Chamampi sikuri!