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lunedì 26 febbraio 2018

Caparezza in concerto

Per chi non lo sapesse, sono rientrato in patria per un mese per motivi di salute. Dopo mesi di acciacchi che i medici cinesi non sono stati in grado di risolvere, ho deciso di farmi fare diagnosi da qualcuno che fossi in grado di capire quando mi parla.

Senza certezza di potervi assistere prenoto due biglietti per il concerto di Caparezza per me e mio padre. Malgrado essere stato operato il giorno prima, decido che non posso perdermi l'evento e ci vado in sedia a rotelle, mio padre a spingere. Non sono io il suo bastone della vecchiaia ma lui il mio bastone della giovinezza (o presunta tale ormai).

Ma son 6 anni senza il Capa dal vivo, astinenza totale. S'adda fà, assolutamente.

Come lo vedo sul palco mi scende la lacrimuccia, come se fossi una fangirl degli One Direction, ma mannaggia al demonio ci son cresciuto con i suoi pezzi e visto il mio girovagare per il mondo mi ricollego ai concerti che mi hanno accompagnato nell'adolescenza e l'emozione si fa sentire, anche perché quasi si dava per scontato che non lo si sarebbe più riusciti a vedere dal vivo.

Prima parte del concerto interamente dedicata al suo nuovo album che io, purtroppo, non ho avuto modo di approfondire granché per questioni di tempo soprattutto. Questi i pezzi:

Prosopagnosia
Prisoner 709
Confusianesimo
Una chiave
Ti fa stare bene
Migliora la tua memoria con un click
Larsen
L’uomo che premette
Autoipnotica

In grassetto quelle che conoscevo bene. Insomma per riassumere grande energia con Prisoner 709 ed effetti pirotecnici che fanno concorrenza ai Rammstein. Senza l'effetto mangiafuoco s'intende, che vende un mondo sano e generoso. (ciucciafiuoco, ndr).

BANG BANG FEUER FREI 709!

Il cuore si scioglie quando delle cornette scendono dalla parte alta del palco e parte il beat di Una chiave, unico pezzo che mi ero imposto di riprendere per intero perché per me è un pezzo sentimentale. Qui sotto il video:



Perché è un pezzo sentimentale per me? Perché come ho detto in un altro post, sebbene Caparezza parli al suo sé adolescente, parla indirettamente anche al me adolescente. Succede quando le sue canzoni ti hanno accompagnato nei momenti duri del bullismo e ora ti aiutano a riguardare a quei giorni da un altra prospettiva, quella di chi comunque ne è uscito e guarda a sé stesso in modo molto diverso.

E non era vero che non ero capace, e non era vero che non c'era una chiave, anche se l'ho pensato così fortemente.

Per questo c'era la lacrimuccia prima del concerto e c'era a questo pezzo, perché questa canzone è il collante dai miei 14 anni ai miei 28 odierni. Metà esatta della mia vita.

Sono una pussy di merda, che ci volete fare.

Subito dopo un altro singolo: Mi fa stare bene, pezzo molto orecchiabile e in un album così sofferto di un certo valore. Almeno così la vedo io. È un po' quello che mi sento io. Ultimamente mi sembra che malgrado certe difficoltà (di salute anche nel mio caso), guardando nell'insieme, io abbia comunque la fortuna di sapere cosa "mi fa stare bene". Persone che hanno un volto, passioni che riesco a seguire, luoghi che posso visitare.

E parlando di problemi di salute, un pezzo che avevo ascoltato senza prestare troppa attenzione (colpevolmente) era Larsen. Caparezza soffre di acufene, un disturbo che porta a sentire stridii e rumori intensi anche laddove non ci sono. Traspare l'impossibilità di vivere una vita normale da parole e musica. I cori delle ragazze che cantano "fino alla fine" è disperante e rimanda quasi al suono di quei fischi e stridii che il Capa sente nella sua testa. Che pezzo ha tirato fuori da una situazione del genere...! Detto questo sarebbe stato meglio non fosse mai successo e si spera presto possa essere solo un brutto ricordo. 


A spezzare la prima parte riguardante il nuovo album, molto intimo, cominciano le scenette che introducono la seconda parte dove il Capa canta le sue "hits", se così si può dire. Aspettavo le scenette con ansia, è uno dei tratti caratteristici dei suoi concerti.

Per sottolineare come dai problemi se ne esca e non ci si debba soffermare troppo, citazione beatlesiana di "With a little help from my friends" e via con Fuori dal Tunnel. Qui tutti si canta a squarciagola, come ovvio. Non so quanto la cosa faccia piacere al Nostro, visto che Guccini non canta l'Avvelenata e Kurt Cobain non suonava volentieri Smells like teen spirits, ma resta il pezzo che nel bene e nel male l'ha fatto conoscere al grande pubblico. Per chi canta come un pazzo a mari e monti, ignoranti e colti, sperando che qualcuno ascolti credo possa considerarsi comunque una canzone di un certo significato. Che poi boh, sto speculando.


Ho selezionato per voi solo il meglio

La canzone successiva è Legalize the premier, sotto elezioni pensavo (e forse un po' speravo) che avrebbe fatto una scenetta politica di introduzione, invece nisba. Non so se c'entri il silenzio elettorale. Forse sarebbe semplicemente stato troppo politico (cit.). Anche qui si svalvola e ci si contorce la lingua per cantare a tempo la parte "quand'ero bambino vestivo come un manichino dell'atelier".

Poi scenetta a tema Titanic, dove Capa e Diego Perrone si portano in testa ad un palco che somiglia al famoso transatlantico per poi scendere in terza classe fra i violini irlandesi a cantare Non me lo posso permettere.

- "Jack, paint me like one of your french girls."
- "Ammazza che fOca!"

Qui sotto uno spezzone del ballo in tenuta irlandese di terza classe. Dimenticavo di dire che ci ho fatto l'Erasmus a Dublino, che momenti! Su sto pezzo mi parte il Flogging Molly che è in me.


Il secondo pezzo di Verità supposte è Jodellavitanonhocapitouncazzo. Per me che ho il cognome tirolese ha un certo significato. Meravigliosa la scenetta introduttiva con tanti sosia di Caparezza che amplificano i suoi tratti caratteriali, chi timido, chi curioso, chi potenziale serial killer. Oh, parole sue eh!


Goodbye malinconia a seguire. Diego Perrone con l'inglese se la cava bene dai. Caparezza canta mentre corre sulla ruota come un criceto, forse simbolo di una generazione che per quanto si sforzi non va da nessuna parte se non verso un instabile altrove.

Interessante il monologo-"outro" del pezzo dove Capa afferma che non serve cambiare la tua posizione nel mondo per migliorare te stesso. Lo puoi fare pure in camera tua se hai l'ispirazione giusta. Io applaudo anche se non sto mai a casa mia, ma condivido. Chiude il discorso dicendo che solo un viaggio gli ha cambiato la vita...

...e parte China town. Voglio dire, qui mi sciolgo abbastanza. È una coincidenza sicuramente, ma per me che in Cina ci vivo e che in un certo qual modo mi ha cambiato la vita, è una bella coincidenza. So benissimo che China la pronuncia con la /k/ e pertanto non fa diretto riferimento alla Repubblica Popolare Cinese, ma mi piace vederci quello che ci voglio vedere in questo caso. #mifastarebene


Che poi il Capa in Cina tira parecchio. La mia delusione quando chiesi la traduzione del testo ai madrelingua ricevendo per tutta risposta che il testo cinese fosse troppo idiota per essere tradotto. Come si permettono di permettersi?

Scenetta sulla fine del mondo e sullo sterminio delle api, a seguire esecuzione de La fine di Gaia. Capa si esibisce in tenuta da apicoltore ed afferma che sia uno dei capi più difficili da indossare e da svestire. Buono a sapersi, almeno so che di tutti i lavori che avrei potuto fare e che ho mancato, quello ho fatto bene a mancarlo. Non che ci abbia mai pensato seriamente, in realtà.

Scenetta sullo spaventapasseri che come un Dio scaccia i corvi dal nostro oggi e domani. Forse di tutte le scenette quella che il mio povero cervelletto è riuscito a seguire di meno, ma riprendo subito la piena facoltà mentale sentendo l'introduzione di Vieni a ballare in Puglia e con me tutto il pubblico che salta, canta e, appunto, balla (ma non in Puglia).

Giuro che non mi drogo per fare battute così idiote, peraltro anche Capa giura di non drogarsi quando parla dello spaventapasseri come di una divinità scacciacorvi. Noi si può. A-Ha.

Divinazione di spaventapasseri

Ma lo spaventapasseri assume la sua collocazione metafisica perfetta nel contesto del concerto quando Capa lancia un monologo su Van Gogh.

Questo è il momento per me più intenso del concerto, un po' perché Van Gogh l'ho visto e rivisto in Francia e ne sono rimasto incantato, un po' perché mi ha sempre affascinato il suo personaggio e ho sempre detto che essere il creatore di tanta bellezza e riceverne in cambio solo umiliazioni sia un macigno che schiaccerebbe chiunque, e un po', infine, perché sottoscrivo tutto quello che viene detto nel monologo che vado a mostrarVi, oh miei cari lettori, qui sotto. 


Come avrete intuito, la canzone in coda al monologo è Mica Van Gogh.

Uscita breve di scena, rientrano tutti vestiti di rosso con colbacco, baffi e bandiere comuniste. 


Parte Avrai ragione tu, una carica di energia. Una scenografia spettacolare. Qui rimpiango di essere sulla sedia a rotelle mannaggia a me. Vorrei pogare e urlare a squarciagola in un palazzetto stracolmo a maggioranza kommunistah "magari chiedo scusa ai leghisti, magari scrivo a caratteri cubitali, voglio la Padania libera via dall'Europa per il gusto di chiamarvi EXTRACOMUNITARI!"

Invece mi ricordo di vivere in un paese a maggioranza berlusconiana (soon, you'll see) e piango interiormente.

Rimpiango molto di non aver estratto alcun video della canzone, ma ero troppo preso bene per incappare in simili distrazioni.

Altra botta di energia con il più classico dei classici (cit.): Vengo dalla luna. Altro pezzo che ha un che di sentimentale per me, essendo spesso io stesso lo "straniero". Lo si canta tutti all'unisono a memoria e anche qui, vorrei tanto pogare. TIENITI LA TERRA UOMO IO VOGLIO LA LUUUNA!

E vorrei tanto pogare anche il pezzo successivo che è Abiura di me. È il pezzo di chiusura. Una chiusura degna di un concerto che per me è davvero stato aria fresca nei polmoni.


Che altro vi posso dire? Erano passati 6 anni dal mio ultimo concerto del Capa. Troppi. 


giovedì 15 febbraio 2018

L'esercito di Terracotta

Finalmente ho trovato il tempo di visitare l'Esercito di Terracotta. Ci sono volute un'ora e mezza e due bus dal centro città per arrivarci, ma ne è valsa la pena, anche perché ha comportato uscire dalla grande metropoli e vedere un po' di verde e le montagne circostanti.

A proposito di bus, un consiglio a chiunque voglia andarci, evitate i bus colorati, per intenderci quelli con la gente urlante che ti prende sottobraccio per portarti a bordo del bus. Prendete solo quelli bianchi, quelli sono i bus ufficiali. Qualora decideste di andarci, capirete di cosa parlo. Dopo un po' di tira e molla, sia l'autista del bus bianco che i passeggeri che ci hanno visto salire, ci hanno rassicurati di aver fatto la scelta giusta.

7 kuai a testa e si parte per l'avventura. Arrivati il sito non è facile da trovare in quanto è pieno di bancarelle ma basta chiedere, ci sono alcuni centri di informazione dove si possono ottenere informazioni in inglese.

L'entrata è 120 kuai a persona. Ressa di guide turistiche che si offrono di accompagnarti in ogni anfratto del sito. Ne prendiamo una.

Percorriamo un sentiero in mezzo alla neve e arriviamo al sito vero e proprio. Lo spettacolo è maestoso anche se la massa di turisti e il fatto che li si vede dall'alto li fa apparire distanti, non se ne apprezzano i dettagli.

I dettagli si apprezzano molto di più quando si arriva alle teche.

Generale

Detto ciò, per quanto mi riguarda il luogo è assolutamente da visitare e di eccezionale bellezza. Il contesto storico nel quale è stato creato l'Esercito di terracotta è, almeno per me, qualcosa per il quale è molto difficile provare fascino, visti i deliri di onnipotenza dell'Imperatore Qin, l'ideatore del sito.

Per riassumere, l'Imperatore idealmente avrebbe voluto che tutti coloro che lo avevano accompagnato in vita morissero con lui, quindi ha murato vivi ministri, funzionari, concubine e pianificava di portarsi via anche il suo esercito, cosa che per motivi pratici si dimostrò inattuabile. Così nacque l'idea di un esercito di terracotta.

Entrare in sintonia con un luogo che racconta una storia del genere mi è difficile e ho visitato luoghi che mi sono entrati nel cuore in maniera più profonda, ma ciò non toglie che sia un sito di eccezionale valore storico e dall'immenso potenziale, visto che è stato scoperto negli anni '70 da dei contadini (l'ultimo dei superstiti, Yang Zhifa, rilascia autografi in uno dei negozietti di souvenir del sito, se può interessare) e da allora si continua a scavare. La tomba vera e propria dell'Imperatore è ancora rimasta immacolata dal momento in cui l'hanno sepolto, visti i rischi di crollo e i fiumi di mercurio che la circondano. 

La visita vale la pena, quindi se interessati, andateci e... senza fretta. Più aspettate, più ci sarà da vedere, questo forse è il bello! :)

Io ovviamente, non potevo esimermi dall'offrire il mio modesto tributo musicale al sito!


Penso in giro per il mondo ci siano video da diversa prospettiva, c'era un po' di pubblico e qualche smartphone alzato! :)

Hasta pronto! Chamampi Sikuri!