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giovedì 20 marzo 2025

เหมือนแมวบนถนนวงแหวน... cioè, volevo dire: come un gatto in tangenziale 🐱

20 marzo 2016: il mio primo viaggio in Asia: Thailandia prima e Cambogia dopo. Primo viaggio in totale solitaria, peraltro. Sono passati 9 anni. 9 ANNI.

In questo post mi concentrerò solo sulla mia tre giorni thailandese, in quanto la Cambogia penso meriti un post a parte.

Ma perché questo titolone clickbait? Ve lo svelerò presto.

All'epoca vivevo in Germania ed il riscaldamento globale non era ancora così riscaldante, quindi a marzo c'erano 5 gradi o poco più. Ricordo il mio arrivo ai 37 gradi thailandesi e l'escursione termica che mi permeava il corpo e l'anima.

Ovviamente i tassisti non azionano il tassametro e fanno finta di non trovare l'albergo per farti pagare di più e tu puoi solo subire, ma d'altronde con quei due spicci in più che ti costano loro si sistemano la settimana, tu per i loro standard sei un turista riccone anche se in realtà guadagni a malapena il salario minimo e quindi cerchi di portare pazienza. 

Escursione termica, caldo soffocante, ho fatto un pisolino di un'ora e mezza quel pomeriggio perché altrimenti probabilmente non sarei sopravvissuto al mio primo giorno thailandese e voi non potreste leggere questo fantastico post. Safety first.

La prima tappa è stato il Palazzo Reale.





Essendo il mio primo viaggio in Asia, rimanco estASIAto. È tutto nuovo, mi sento come un bimbo in un negozio di caramelle: ovunque è meraviglia, un'esplosione di colori, un fiume travolgente di storia e cultura che si intersecano.

Ecco un reperto audiovisivo dell'evento:


Questo è stato anche uno dei miei primi viaggi con il siku. Il seme era stato piantato l'anno precedente a Rapa Nui, l'Isola di Pasqua, e cominciava a germogliare.

La tappa successiva è Wat Pho e il suo gigantesco Buddha sdraiato.



Quanta gioventù. Adesso oltre al Buddha sono sdraiato anch'io, ma per il mal di schiena e gli acciacchi. Somiglio al Buddha anche per l'immensa saggezza maturata con l'età, ovviamente.

Ricordo che prima di entrare una canaglia mi disse che il tempio era chiuso ma che ero fortunato perché c'era un suo amico che poteva portarmi a visitarne un altro simile a un prezzo conveniente. Non solo era evidentemente una vile menzogna, ma anche una palese straccionata. Diffidate di simili individui, sperando che nel frattempo siano stati arrestati tutti.


Comunque, altro giro, altro video!


Solo dopo avrei conosciuto amici ed amiche asiatici che mi avrebbero sconsigliato di fare video con il Buddha, in quanto simbolo religioso. Devo dire nel corso degli anni di essermi rifiutato più volte di farlo, a memoria.

Successivamente, si parte alla volta di Wat Arun, in traghetto!




È uno dei posti più incantevoli che io abbia mai visitato. Ricordo di aver avvertito il bisogno di condividerlo con mio padre e mia madre, quindi ho fatto partire una videochiamata da un milione di dollari in roaming internazionale pur di far veder loro cotanta bellezza in diretta, anche se solo per pochi minuti.

Il giorno successivo ho visitato la Jim Thompson's house. Lui era un imprenditore americano che investì nel mercato della seta thailandese. Inoltre ho visitato il Buddha d'oro massiccio di Wat Traimit e la China Town, in attesa di visitare le città cinesi vere e proprie un paio d'anni dopo.


La Thailandia è fantastica. Sono sicuro che se dovessi mai visitare altre città oltre a Bangkok, me ne convincerei ancora di più. Tanti amici che ci sono stati non fanno che dirmi la stessa cosa.

Unico neo i tassisti. Vi ricordate quello che mi ha fatto la cresta senza tassametro? Un altro mi ha letteralmente abbandonato in tangenziale. Mi piace chiudere così. Dando un senso al titolo e spiegandovi questo simpatico aneddoto.

Tornando a casa dalla Jim Thompson's House avevo qualche souvenir di seta, borse colorate, ero vestito in modo colorato anch'io. Un turista che si sarebbe potuto riconoscere anche dallo spazio.

Salgo sul taxi con la mappa della zona dove ho l'hotel e la foto di una statua ubicata nella piazza stessa. All'epoca i GPS non erano così mainstream ed efficienti come oggi. Facevo ancora le foto con la macchina fotografica invece del cellulare. Penso di aver comprato un Samsung A5 proprio quell'anno. 4GB di memoria. Mi è durato fino al 2023. Che ricordi, che nostalgia. 

Al tempo stesso però non ci potevi fare praticamente nulla.

Ebbene, baldanzoso mostro la foto della statua all'autista che non parla una parola d'inglese. Sguardo confuso, dice qualcosa in thailandese che non capisco. Gli mostro il nome del mio hotel e l'indirizzo, che però Booking mostra in caratteri latini, che lui non capisce.

Mette in moto e parte. Mi rassicuro.

Fa già buio.

Non riconosco la zona. Immagino la stia prendendo ancora lunga, come il primo. Bestemmio internamente.

Quando lo vedo imboccare una tangenziale con macchine che sfrecciano a destra e a manca e abbandonare la città però mi insospettisco e temo per la mia incolumità.

Gli intimo di fermarsi con degli "STOP!" decisi. Cosa che per fortuna lui fa.

Ma...

...mi ritrovo con i miei vestiti colorati, le mie borse piene di souvenir, colorate anche quelle, da solo, come un gatto in tangenziale. O forse dovrei dire: un tipico turista europeo in tangenziale.

Quindi comincio a camminare in direzione opposta (ostinata e contraria) a quella dalla quale eravamo venuti.

In Thailandia, all'epoca, c'era forte urbanizzazione, ma resistevano delle sacche di campagna intorno alla città. Mi trovavo in questo tipo di paesaggio.

Al che c'erano veri e propri proletari e contadini che vedevano questo turista con le borse colorate camminare in tangenziale. Cosa avranno pensato? Qualche possibilità:

"Ma sto cristiano si è perso?"
"E' una spia russa?"
"E' un disgraziato che potremmo spennare facilmente?"

Per fortuna nessuno ha pensato l'ultima, quindi a un certo punto mi son trovato di nuovo in zona città. Era già tardi, non avevo ancora mangiato e saranno state le 9 e mezza.

Decisione da prendere: attraversare la tangenziale con tutte le borse, nelle macchine sfreccianti.

Sì, perché erano davvero tante e non c'erano semafori, solo qualche sparuto momento in cui le macchine erano di meno.

Decisione tragica: attraverso la tangenziale al volo, tipo Fantozzi. L'illuminazione c'è, data dai lampioni, sono colorato più che con un giubbotto catarifrangente. Oh, magari mi suonano, ma impietositi mi lasceranno passare.

Attraverso la prima corsia (bella larga), mi piazzo sul salvagente autostradale, osservo il flusso di macchine, mi apposto in agguato, riparto, superata la seconda corsia con uno scatto da Usain Bolt. Eh, a riaverceli 25 anni!

Sono tornato in città, ma non ho la benché minima idea di dove io mi trovi, né di dove si trovi il mio albergo.

Intravedo in lontananza un tuk tuk, quelli che ho sempre evitato per paura che mi facessero una cresta maggiore di quella che già non mi fanno i tassisti.

Lo chiamo, mi chiede in inglese dove devo andare, gli mostro la statua, un cenno di intesa e si parte.

Nessuna cresta, massima efficienza, vorrei dargli un bacio in fronte.

E quasi quasi, lo darei pure al tassista, per avermi permesso di raccontare una disavventura così memorabile. Quasi tanto memorabile quanto la Thailandia. Merita!

E ci lasci così? Senza più video? Ma no!!! Ecco per voi, in esclusiva: il mio bis al Palazzo Reale, si sentono applausi alla fine. Meritati anche quelli, ovviamente! :D


Chamampi sikuri e alla prossima!

P.s. per saperne di più delle avventure del vostro Affezionatissimo con i taxi in terra straniera, cliccare qui.