Translate

martedì 13 dicembre 2022

Il maestro Branduardi e Margherita

Mi ricordo un dialogo che ebbi un giorno con un uomo di fede, il quale mi disse: "Se non crederai in dio, allora sarà il diavolo ad avere la meglio su di te".

Al quale risposi glaciale: "Ma se non credo in dio, cosa le fa pensare che io creda nel diavolo?"

Lui rimase a guardarmi qualche secondo, senza sapere cosa rispondere, poi cambiò argomento.

Qualche settimana fa sono andato al Sacro Monte di Varallo con mio padre.

Cristo in primo piano e Pilato che si lava le mani sullo sfondo

In quell'occasione mi sono posto alcune domande sulla storicità del Cristo che mi sono sorte spontanee. Mi ricordo il libro di religione delle medie che alla prima pagina leggeva: "Gesù Cristo è un personaggio reale, storicamente esistito". Già all'epoca mi chiedevo... ma da dove viene tutta questa sicurezza?

Voglio dire, sì, abbiamo elementi per dire che sia vissuto davvero, ma cosa ci dicono questi elementi?

Non mi ricordo dove sentii questa massima, ma mi è sempre rimasta impressa:

"Se i vangeli certificano l'esistenza di Gesù, allora i fumetti certificano l'esistenza di Superman".

Sì, lo so, dissacrante e blasfema a dir poco, però il tono sacrale di intoccabilità dei dogmi non mi si addice proprio.

Peraltro i vangeli sono stati tutti scritti dopo la morte di Gesù, di decenni. E anche se fossero testimonianze storiche? Cosa può portarci a credervi ciecamente? Voglio dire c'è sicuramente un fattore di tramandamento orale. Tutti sappiamo com'è il telefono senza fili. Gesù parte negando di essere il figlio di dio, dicendo di essere semplicemente un uomo con tante idee per il vivere moderno e finisce per essere caricato esattamente di tutte quelle cose che non ha mai sostenuto di essere, con miracoli al seguito.

Per fare un esempio, dubito che lui fosse biondo, capelli lunghi e occhi azzurri. Stravolgere l'immagine di qualcuno esistito duemila e rotti anni fa non è certo difficile, nel tempo.

Le fonti storiche sono poche, marginali, successive cronologicamente, ma ci può stare in questo caso. L'arrivo di un autoproclamato profeta uscito dal nulla e tacciato di eresia dalle cariche ecclesiastiche ai tempi probabilmente era un evento ricorrente e non c'era comunque la produzione di documenti odierna, così come una preservazione efficace degli stessi. Origini umili, condanna a morte e damnatio memoriae. E problema risolto per il padrone del tempio (del tempo).

È pertanto inutile peccare (lol) di presunzione e costruire castelli di speculazioni. Di base reputandomi io agnostico, dovrei dare il beneficio del dubbio a tutto. Tutto è possibile, non tutto è probabile, magari le alterazioni sono minori e comunque credere è un atto di fede individuale.

Resta il fatto che mi piace pensare di avere un senso religioso della vita, pur non credendo in nessuna religione, come diceva Pasolini, e penso anche di avere una mente attiva che mi porta a farmi certe domande.

Sono argomenti che mi affascinano e che mi colpiscono ancora di più quando si presentano da soli, senza che io sollevi la questione attivamente. Come al Sacro Monte, appunto.

...e proprio come mi è successo dopo la lettura de "Il maestro e Margherita" di Bulgakov! È proprio nel primo capitolo che uno "straniero" si fa beffe di due intellettuali che negano l'esistenza di dio e del demonio. Lui in realtà è il demonio e c'era quel giorno, davanti a Ponzio Pilato.

Che diavoleria è questa? Non posso che immedesimarmi nei due intellettuali, uno dei quali muore proprio quel giorno, come profetizzato dal diavolo. Che sia proprio il maledetto ad avermi letto nel pensiero e sottoposto questa lettura come messaggio intimidatorio?

A parte gli scherzi, il libro è un assoluto capolavoro, da leggere. Persino quel bibliofilo incallito di Barbero si è commosso nel parlarne.


Ne consiglio la lettura, ci sono anche altri video di Barbero a riguardo e audiolibri su Youtube, se siete interessati.

Il secondo avvenimento che mi collega al binomio dio-demonio, è stato il concerto di Angelo Branduardi, il 3 dicembre al Teatro Lirico Giorgio Gaber.

Ora, avevo prenotato questo concerto per sentire soprattutto le sue hit e perché adoro il suo stile musicale. Già alla prima canzone però mi accorgo che la tematica è piuttosto familiare.

"Il Diavolo è tentatore, “Io dico: chi mi seguirà e farà la mia volontà avrà tutto ciò che desidera”, ma l’Anima, esortata dalla Virtù, riuscirà a non cedergli."

Ebbene sì, il suo ultimo album Il cammino dell'anima ruota intorno alla monaca benedettina Ildegarda di Bingen e alla tentazione del demonio.

Come dicono gli inglesi: food for thoughts. Cibo per i pensieri, per la mente.

I video sono presi da distanza satellitare, ma sono povero e un posto in platea veniva troppo caro.


E ovviamente il menestrello ha giostrato lungo tutto lo spettro dello scibile umano che va dal male al bene, cantando anche pezzi de "L'infinitamente piccolo", fra i quali c'è anche "Il cantico delle creature" di San Francesco d'Assisi.


Cantico che fu poi anche il primo testo poetico della letteratura italiana. The more you know.

In questo menestrello settantenne, in quella sua chioma folta, nelle tematiche che affronta, nei periodi storici che copre, nei generi musicali, nei riferimenti letterari, nella composizione del suo pubblico, c'è inclusione del tutto e la censura di niente. Paesi, leggende, giovani, vecchi, santi, diavoli.

E per quanto alcuni possano risultare più reali di altri, sono tutti reali a loro modo. E creano un'armonia, tangibile, reale, ascoltabile.

Le storie rappresentano l'uomo, in quanto l'uomo le ha rappresentate, e non sarebbero tanto interessanti se mancasse il cattivo e ci fosse solo il buono. Incluso il caso in cui entrambi fossero semplici simboli carichi di significato a scopo narrativo.

"...Dunque tu chi sei?
Una parte di quella forza che vuole costantemente il Male e opera costantemente il Bene."
GOETHE, Faust. 


"Tutto è reale. Pensateci. Ditemi che Luke Skywalker e Babbo Natale non hanno influenzato le vostre vite più della maggioranza delle persone presenti in questa sala. Voglio dire, che Gesù sia o meno reale, ha avuto un impatto sul mondo molto più grande di chiunque di noi. E lo stesso si può dire per Bugs Bunny, Superman o Harry Potter. Hanno cambiato la mia vita, il mio modo di pensare e di relazionarmi con il mondo. Questo non li rende in qualche modo reali? Sono immaginari, ma sono molto più importanti di chiunque di noi. E rimarranno tali anche molto tempo dopo la nostra morte. Quindi, in qualche modo, sono più reali di noi".

Ed è proprio dal giostrare di male e bene, che il bene trova il suo senso. Per quanto sia sempre necessario sforzarsi di riconoscere l'uno dall'altro.

"Ascolta la quiete, ascolta e godi ciò che non ti hanno mai concesso in vita: il silenzio. Guarda, ecco là davanti la tua casa eterna, che ti è stata data per ricompensa. Già vedo la trifora e la vite che s'attorce e s'alza fino al tetto. Ecco la tua casa, la tua casa eterna. So che alla sera ti verranno a trovare coloro che tu ami, che ti interessano e che non ti inquieteranno. Suoneranno per te, canteranno per te, vedrai che luce ci sarà nella camera quando saranno accese le candele. Ti addormenterai, col tuo berretto consunto ed eterno, ti addormenterai col sorriso sulle labbra. Il sonno ti rinvigorirà e saggi saranno i tuoi pensieri. E mandarmi via ormai non potrai. Il tuo sonno lo proteggerò io". (Il maestro e Margherita)


Chamampi sikuri e alla prossima!!!

sabato 6 agosto 2022

Rimanerci di sasso (di Matera)

Nel mio corso di laurea in linguistica, ho dovuto superare un esame di letteratura italiana. Quando ho visto il cognome di uno degli autori da studiare: Levi, ho pensato subito a Primo Levi e alla sua tremenda testimonianza dei campi di sterminio nazisti.

Leggendo meglio però si trattava di uno scrittore a me sconosciuto: Carlo Levi, scrittore antifascista di Torino esiliato in Basilicata, precisamente ad Aliano, durante il regime.

Alcuni estratti delle sue opere mi hanno particolarmente affascinato, soprattutto per il loro ritratto della questione meridionale.

"Tutti mi avevano chiesto notizie del mezzogiorno. Alcuni vedevano in esso un puro problema economico e tecnico, parlavano di opere pubbliche, di bonifiche, di necessaria industrializzazione, di colonizzazione interna, o si riferivano ai vecchi programmi socialisti, 'rifare l'Italia'. Altri non vi vedevano che una triste eredità storica, una tradizione di borbonica servitù che una democrazia liberale avrebbe un po' per volta eliminato. Altri sentenziavano non essere altro, il problema meridionale, che un caso particolare della oppressione capitalistica, che la dittatura del proletariato avrebbe senz'altro risolto. Altri ancora pensavano a una vera inferiorità di razza, e parlavano del sud come di un peso morto, per l'Italia del Nord, e studiavano le provvidenze per ovviare, dall'alto, a questo doloroso dato di fatto. Per tutti, lo Stato avrebbe potuto fare qualcosa, qualcosa di molto utile, benefico, e provvidenziale e mi avevano guardato con stupore quando io avevo detto che lo Stato, come essi lo intendevano, era invece l'ostacolo fondamentale a che si facesse qualunque cosa. Non può essere lo Stato, avevo detto, a risolvere la questione meridionale, per la ragione che quello che noi chiamiamo problema meridionale non è altro che il problema dello Stato."

Mi affascinava come un uomo del nord, catapultato negli anni '30 del Novecento nel bel mezzo di un paesino contadino del Sud, potesse usare simili parole per quelle terre:

"Chiunque veda Matera non può non restarne colpito, tanto è espressiva e dolente la sua bellezza".

Proprio l'accostamento di questi due aggettivi, espressiva e dolente, hanno suscitato in me l'interesse a vedere Matera con i miei occhi.

E quindi colta al balzo l'occasione in seguito ad invito di nozze di amici in Puglia, ho deciso di infilare nell'itinerario pugliese anche un paio di giorni a Matera. La cosa mi ha causato un po' di stress perché capire come prenotare i biglietti sul sito delle Ferrovie Appulo-Lucane non è stato per niente facile, ma una volta arrivati, si è consci che ne è valsa la pena.



Il primo giorno è stato un continuo scorrazzare da una viuzza all'altra, improvvisando il percorso dato che il GPS in un luogo dove strade e stradine si sovrapponevano, si disorientava continuamente.

GPS è confuso, talmente confuso da colpirsi da solo

Per le strade di Matera ci sono diverse statue dei suoi abitanti del passato, che trasmettono le stesse emozioni descritte da Carlo Levi: espressività e dolore.




Emozioni amplificate quando si visita una casa grotta. La comunione uomo-animale, lo spazio angusto, la mancanza assoluta di una zona di comfort, la penombra.





Ed è proprio in queste grotte che mi tornano alla mente le parole di Carlo Levi e gli estratti di Cristo si è fermato ad Eboli. Questa vicinanza fra persone, animali in spazi così angusti, non possono che essere proporzionali alle immense distanze fra le stesse persone e lo Stato. Come poteva un contadino dell'epoca sentirsi parte dello Stato italiano, finanche concepirne l'esistenza stessa, quando la miseria, le malattie, la mortalità infantile, erano compagne di ogni giorno?

Queste grotte sono affascinanti per la loro storia, semplici per struttura, complicatissime da interpretare, soprattutto da occhi ormai offuscati dal progresso e che non possono in nessun modo immaginarsi come si vivesse esattamente all'epoca e in quali condizioni.

Pertanto, per provare a descrivere come fosse la vita a quei tempi, mi affido ancora a Carlo Levi.

"Questa fraternità passiva, questo patire insieme, questa rassegnata, solidale, secolare pazienza è il profondo sentimento comune dei contadini, legame non religioso, ma naturale. Essi non hanno, né possono avere, quella che si usa chiamare coscienza politica, perché sono, in tutti i sensi del termine, pagani, non cittadini: gli dei dello Stato e della città non possono aver culto fra queste argille, dove regna il lupo e l'antico, nero cinghiale, né alcun muro separa il mondo degli uomini da quello degli animali e degli spiriti, né le fronde degli alberi visibili dalle oscure radici sotterranee. Non possono avere neppure una vera coscienza individuale, dove tutto è legato da influenze reciproche, dove ogni cosa è un potere che agisce insensibilmente, dove non esistono limiti che non siano rotti da un influsso magico."

Matera è molto camminabile e costellata di chiese rupestri, si ha la sensazione di giocare un po' a "caccia al tesoro", ogni grotta, ogni anfratto potrebbe ospitare un affresco meraviglioso, e spesso è il caso.

Alcune di queste chiese mi vengono mostrate dalla guida del mio tour di Matera a piedi.



Il quale segnalò anche come in quel periodo avessero girato l'ultimo 007 proprio lì a Matera, e di fare attenzione ad eventuali motociclette volanti (al minuto 1:29).


Ma fu il giorno dopo che feci ripetuti incontri con nuove chiese rupestri, quando mi decisi a visitare il parco della Murgia Materana.

La titubanza non era poca. Il parco della Murgia Materana è abbastanza provante fisicamente, specie sotto il calore estivo. Così me la presi comoda al mattino nel fare colazione, pensai e ripensai, e poi decisi di andare. La mia guida mi aveva detto che la migliore vista dei Sassi è proprio quella dal parco della Murgia Materana.

Questa esitazione, però, ha portato il sottoscritto a calcolare male i tempi e le distanze e a trovarsi a scarpinare in salita allo zenit del sole, a mezzogiorno spaccato. Ma d'altronde sono giovane, bello e quindi devo essere necessariamente anche abbronzato. YOLO.

La prima sfida è il ponte tibetano, che per me, che soffro di vertigini, non è proprio il massimo. Le mie però non sono vertigini in forma tanto grave e quindi lo passo con relativa scioltezza, yeah.



Il secondo ostacolo sono gli uccelli. Tanto carini, piccolini, neri. Peccato che ti seguano dappertutto che nemmeno i cookie di tracciamento pubblicitario. Penso che il colpevole principale sia questo qua, il rondone, che a dispetto di ciò che sembra un accrescitivo, è in realtà piuttosto piccolo. 

Tutti ce l'hanno con me perché sono piccolo e nero.

Non mi ha mollato un attimo, arrivando a più riprese a pochi metri dalla mia testa. Con il sole in faccia, la scalata da fare, un uccello che ti svolazza intorno da tutte le parti non è il massimo del comfort. Deduco pensasse io fossi un bastardone che volesse inculargli i piccoli nel nido lì vicino. Magari ha avuto esperienze traumatiche del tipo e quindi è solo un parente premuroso. Ti chiedo scusa, rondone. Sempre che sia stato effettivamente tu quell'uccello che mi ha scatenato addosso ore di parental control mentre scalavo l'Everest sotto il sole cocente.

Arrivati in cima al parco, effettivamente, la vista merita.


Ma quello che merita ancora di più sono le numerosissime chiese rupestri disseminate nel territorio del parco.





Così come le numerose grotte, che permettono scatti da cartolina.




Dopo la scarpinata di ritorno, è il turno dell'ultima tappa del mio tour, ovvero la cripta del peccato originale. Questa dista circa 15 chilometri dai Sassi di Matera, pertanto mi sono dovuto affidare ad un tour. Saliti sul minivan, una volta inoltrati nella campagna, la vista è spettacolare. La mia fotocamera non permetteva scatti di chissà quale qualità in movimento, ma nella foto sottostante si può intravedere qualcosa.


Purtroppo, non è permesso fare foto all'interno della cripta, ma a questo sito si può fare un piccolo tour in tutto il suo splendore.

da https://www.isassidimatera.com/cosa-vedere/chiese-rupestri/cripta-del-peccato-originale/

I colori vivissimi, i dipinti evocativi, l'atmosfera raccolta, la storia raccontata dalla guida (maggiori informazioni al link soprastante), rendono questo luogo assolutamente imperdibile in una visita a Matera. Sembra di leggere un fumetto di secoli e secoli fa, per niente pomposo o appariscente, cionondimeno profondamente sacrale: una vera esperienza spirituale. 

Avrei tanto voluto visitare anche Craco, borgo fantasma non lontano da Matera, ma i tour erano stati soppressi a causa COVID. Poco male, un motivo per ritornare. E poi non tutto il male viene per nuocere, dato che penso sia raro poter visitare i sassi in una Matera quasi disabitata. Avevo la città tutta per me. Matera was my oyster!  

Matera mi rimarrà sempre nel cuore ed è difficile chiudere questo post in modo adeguato, senza lasciare niente di non detto, tanto meno posseggo doti poetiche o letterarie adatte che possano riempire quel vuoto, pertanto, ancora una volta, mi affido alle parole di chi l'ha vissuta più a lungo di me, a chi ha avuto più tempo per conoscerla e apprezzarla, a chi non scatta fotografie di un momento, ma scrive pagine che ne raccontano la storia.

"Matera, la città delle grotte, così povera, così inabitabile, e tuttavia così bella, che ben si comprende la ripugnanza dei contadini per le nuove case dei villaggi degli Enti di Riforma agraria, e l’ostilità a lasciare per quelle le antiche caverne, abitate dagli uomini fin dalla preistoria, da quando, in quelle grotte, abitavano gli dei." (Carlo Levi)

da https://www.vglobale.it/2019/10/27/il-senso-dei-luoghi-aliano-e-carlo-levi/





Chamampi sikuri e hasta la proxima!

giovedì 9 giugno 2022

Le tesi so piezz' 'e core

E rieccoci dopo ben 6 mesi di assoluto silenzio: cosa ho fatto nel frattempo? Mi sono arricchito? Ho fatto il giro del mondo? Ho risanato il debito pubblico?


Ma anche no!

Ho finito di dare tutti gli esami e di scrivere la mia tesi magistrale, dopo un lungo periodo di gestazione che nemmanco un figlio.

Mi scuserete, innumerevoli fans, del mio silenzio, ma non ho viaggi da raccontare, o meglio ce li avrei con gli arretrati, e li racconterò a tempo debito.

Allora che scrivi a fare? Beh, per prima cosa per riprendere il ritmo, secondariamente perché non è che si debba sempre fare traversate oceaniche in transatlantico per poter scrivere un post sul blog.

Pertanto segnalo alcune cosucce interessanti che ho scoperto in questi mesi e che spero possano ispirare qualcuno.

1) Il blues.



Da giovincello, il mio idolo (si fa per dire) dei tempi Pino Scotto diceva spesso che tutto viene dal blues, che sia l'antenato del rock. Per pigrizia però non ho mai davvero approfondito il genere, fino a quando mi è stato consigliato il film Cadillac Records.

Da allora metto in loop Muddy Waters, Little Walter, Howlin' Wolf e compagnia cantante (sottile questa). Consiglio vivamente la visione del film, vi si apre un mondo bellissimo.


Il fatto che poi sia un genere relativamente facile da suonare alla chitarra aiuta ancora di più ad avvicinarsi al genere.

2) La serie tv "Marco Polo"


Che vi devo dire, sarà il mal d'Asia, ma i paesaggi e le atmosfere di questa serie mi hanno catturato. La serie ha anche una trama coinvolgente. L'ho vista in quanto consigliatami da un mio caro amico, per venire a sapere in un secondo momento che la serie si sia fermata alla seconda stagione causa interruzione da parte di Netflix. Bring it back!

C'è pure un superlativo Pierfrancesco Favino che parla un inglese impeccabile, io manco sapevo lo parlasse.

Un altro risvolto positivo è quello di avermi introdotto alla musica folk-rock mongola. Anche questi sono viaggi in un certo senso.


3) Amadeus

Se qualcuno di voi, oh miei affezionatissimi lettori, non avesse ancora visto Amadeus, vi suggerisco di farlo al più presto possibile.

Per quanto mi riguarda, adoro questo film ed è difficile scegliere la mia scena preferita, ma fra le mie scene preferite c'è sicuramente quella del Don Giovanni. Il video è uno spoilerone mastodontico, quindi tornate da queste parti solo dopo aver visto il film.


Quando ho saputo che avrebbero dato il Don Giovanni alla Scala di Milano, ho deciso che sarei andato a vederlo. I posti erano già tutti prenotati, ma ne ho fatto la mia missione. Con il ditino su "aggiorna" ho cliccato finché sono apparsi miracolosamente dei posti in piccionaia, in alto, in fondo alla galleria, in limited view. Prenotati subito senza esitazione alcuna. Quasi tutto lo spettacolo in piedi, eppure...

...la meraviglia!


Da lì a passare le giornate riascoltandosi Mozart e rivedendosi spezzoni del film ci è voluto poco. Fino a trovare, su segnalazione di amici appassionati, questo video.


C'è qualche differenza con il film, ma F. Murray Abraham dovrebbe vincere l'Oscar anche per questa interpretazione!

Sperando che questi consigli culturali possano ispirarvi fino al mio prossimo post, vi avviso che quest'ultimo tornerà a riguardare i miei viaggi. Solo un po' di pazienza ancora, non disperate!!!!!!!

Chamampi sikuri! Alla prossima!